1998-1996 Outsides

[…] Nel groviglio delle pennellate che vengono scavandosi un loro itinerario, tanto torbido quanto lancinante e persuasivo, fatto dei più accesi rimandi espressionistici, si dipanano in queste tele le ragioni di uno sguardo preciso e impietoso che ha la straodinaria coerenza e – diciamolo pure in tempi come questi di così trionfanti e totalitarie neoavanguardie – l'insolito coraggio di essere fino in fondo e irrimediabilmente uno sguardo figurativo. Cioè uno sguardo che, pur nella sua lancin ante ricerca di individualità si pone senza esitazioni nella continuità di una tradizione pittorica precisa, quella appunto di un solco di espressionismo europeo che procedendo dai Permeke e dai Soutine può arrivare fino ai Giacometti e ai Varlin.

[…] Se Bordin vede un'onda, insomma, o le pieghe e i rigonfi disfatti di un lenzuolo, o la scoscesa maestosità di un monte di pietra e di ombre profonde, è solo la loro apparenza letterale che egli ne coglie dalla memoria o dagli occhi. L'istinto, subito, ne viene introiettando le tracce e la trama, ne assorbe l'essenza, ne assimila la struttura scarnificata fino alle sue interiorità molecolari più sepolte, per poi restituirle sulla tela con una sorta di robusta, solida, esplosiva metabolizzazione. Non è più dunque, una montagna, un letto sfatto, un' onda di tempesta che vediamo. Non è più – meglio – solo quel modello, posto sotto all'immagine come una sinopia a ricrearne pittoricamente la dimensione fisica. È invece – e in più – la sua impronta lirica, profondamente trasformata, profondamente transustanziata, tirata all'estremo limite dei suoi significati, della sua presenza come dato poetico autonomo, monade lirica sulla quale s'impernia, cresce e si riassume la commozione dell'autore.

Giorgio Seveso (2001)

Marina, 2000, olio su tela, 195x205 cm
Cielo stellato, 2005, olio su tela, 115x170 cm
Foresta di cedri, 2012, olio su tela, 180x290 cm

 

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