2005-2006 No Man's Land

La tragedia dell’uomo, per Mauro Bordin, si è già compiuta attorno a noi.
Il mondo è crollato, rovinosamente sfinito, esploso in una miriade immobile di frammenti polverosi e di scaglie avvelenate. E c’è nell’aria un silenzio di cieca violenza e di perdita, un vuoto attonito di veleni e di ustioni inaudite; c’è l’impatto di qualcosa che non ha remissione, non ha scampo né consolazione. L’umanità si è distrutta con le sue mani, trascinando con sé ogni altra vita, ogni speranza, ogni futuro.
Di rado la pittura raggiunge, come qui, una così lancinante intensità, un simile brivido di espressività disperata e visionaria. È uno scroscio pietrificato, ossificato, calcinato, dove la pelle dei pigmenti e delle materie pittoriche si sfarina in altissima tensione, si accartoccia e si increspa in un gesto di assoluta sviscerazione della realtà. E dove, appunto, ogni segno, ogni tessera dell’immagine, nei suoi colori e turgori, nei suoi graffi, nelle sue lacerazioni, diventano tutti parte di una straordinaria presenza rappresentativa.
È davvero un momento alto della pittura, un momento insolitamente acuto, efficace, coinvolgente.

Giorgio Seveso (2007)

No Man's Land I, 2005, olio su tela, 81x130 cm
No Man's Land II, 2007, olio su tela, 60x120 cm
No Man's Land III, 2006, olio su tela, 97x162 cm
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