2001-2003 Progetto Hiroshima S'intitola "Hiroshima" ed è un lavoro che ha dell'incredibile: scorre come un nastro alto due metri e mezzo e lungo trenta e rappresenta quel tragico day after con una panoramica a volo d'uccello che include puntualmente strade, quartieri, il fiume e le colline, i resti del ponte e del castello cinquecentesco. C'è anche il cielo all'orizzonte. Macerie, polvere, alberi stecchiti e carbonizzati, luce tersa, nessun segno di vita e una meraviglia di colori come se invece della bomba atomica fosse stato l'arcobaleno a cadere su Hiroshima. Mauro Bordin, l'autore, è un giovane artista padovano che ora vive e lavora a Parigi. [...] il sogno di Bordin è quello di realizzare un grande happening in cui centinaia di persone entrano simbolicamente in questo paesaggio (le dimensioni dell'opera sono tali da consentire una sistemazione ad ambiente) e poi acquistano un foglio-tassello i cui proventi andrebbero a qualche associazione benefica impegnata sui fronti di guerra. Ma quel che è più singolare è che queste persone dovrebbero poi, ad un anniversario di Hiroshima stabilito, ritrovarsi e ricomporre il mosaico di quel paesaggio oppure, mancando, lasciare vuoti gli spazi dei loro fogli così lo stato futuro del dipinto rappresenterebbe la tensione tra memoria ed oblio. In mezzo a tanto parlare di rinnovato impegno da parte degli artisti questo ci sembra l'esempio più emozionante in cui ci siamo imbattuti. Virginia Baradel (2003)
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